Inside Out – la scienza oltre il film

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Inside out è molto più di un film d’azione, è molto più di un cartone per bambini..

Inside out è la narrazione di come e di quanto le emozioni primarie influenzino la nostra vita, specialmente durante l’adolescenza e in un momento di grande cambiamento.

In ragione di ciò, per la  sua realizzazione è stato necessario interpellare la Greater Good Science Center dell’Università di Berkeley (California), in cui vengono studiate psicologia e neuroscienze.

Ma facciamo un salto indietro, cosa sono le emozioni primarie o di base? A chi appartengono? A cosa servono e soprattutto su cosa incidono?

Le emozioni primarie sono biologicamente primitive e si sono evolute in modo da consentire alle specie di sopravvivere (Plutchik, 1980).

Anche secondo gli studi del Dott. Elkman e del Dott. Friesen, esistono emozioni innate e universali, che ritroviamo in qualsiasi popolazione. Se ne individuano sei principali: la gioia, la sorpresa, la tristezza, la rabbia, la paura e il disgusto, a cui negli ultimi anni sono state aggiunte la fiducia e l’aspettativa.

La cosa interessante, e da un certo punto di vista anche divertente, è che al sorgere di tali emozioni si ingenera una serie di microespressioni facciali, impossibili da nascondere in quanto del tutto involontarie.

Guardandole più da vicino notiamo che la gioia è l’emozione primaria più positiva di tutte, ed è strettamente legata al piacere e alla felicità

Anche lei, come vedremo poi accadere per il disgusto, si manifesta nella parte bassa del viso, e si mostra con gli angoli della bocca tirati all’indietro e sollevati, con le guance alzate che a loro volta tendono a gonfiarsi, una ruga tra il naso e gli angoli della bocca e un’altra sotto le palpebre inferiori, che sono sollevate ma non tese (ovvio, una volta che sei tenera e carina ci si mettono le rughe a rovinare tutto, almeno nelle altre emozioni ci si limita ad una!).

La sorpresa, che dipende da uno stimolo imprevisto, è l’emozione che si manifesta più velocemente di tutte ed è spesso seguita da un’altra emozione, che può essere positiva ed esprimere allegria o negativa, generando l’ira.

Di fronte all’imprevisto, lungo tutta la fronte vi è una marcata presenza di rughe orizzontali (per la gioia delle donne un po’ vanitose), mentre le sopracciglia in questo caso sono sollevate ed incurvate, l’arcata palpebrale è tesa e le palpebre sono completamente spalancate. La bocca e le labbra non sono in tensione e la mascella ovviamente tende ad abbassarsi.

La tristezza, invece, è considerata la più importante tra le emozioni primarie, perché tra le tante funzioni che svolge, ci sprona a cercare del sostegno sociale per facilitare l’allontanamento da situazioni di disagio. Forse è per questo che si manifesta in maniera molto complessa.

Quando proviamo tristezza le sopracciglia formano un triangolo e si ha uno sguardo fisso o leggermente tremulo in cui le palpebre superiori sono cadenti ma con l’angolo interno dell’occhio alzato. La bocca si presenta con gli angoli piegati verso il basso oppure con le labbra tremule.

La rabbia è uno stato emotivo che emerge quando la persona si sente sovrastata da situazioni che le producono frustrazione o che le risultano negative

È un messaggio emotivo che impegna tutto il volto e i segnali tipici sono l’avere le sopracciglia abbassate e ravvicinate in mezzo alle quali appaiono delle rughe verticali, le palpebre tese e uno sguardo fisso in cui gli occhi possono apparire sporgenti. Le labbra invece si mostrano serrate, con gli angoli della bocca dritti o un po’ abbassati, oppure aperte e tese quasi a simulare un grido.

Quando invece si prova paura, tutti i muscoli del viso e del corpo tendono ad andare all’indietro, come se volessero scappare (quanto è saggio il nostro corpo, anche quando noi non ci pensiamo ci pensa lui a mettere in moto un meccanismo di difesa e di autoconservazione..dovremmo ascoltarlo di più).

Siamo di fronte ad uno stato emotivo negativo con un’attivazione molto elevata che incita all’evasione ed alla fuga dalle situazioni pericolose. Le sopracciglia sono sollevate e ravvicinate, provocano delle rughe sulla fronte e sollevano le palpebre superiori. La bocca è aperta o tendente all’apertura e le labbra sono leggermente tese all’indietro.

Da ultimo, il disgusto trae origine dalla repulsione verso qualcosa che si detesta e si manifesta principalmente nella parte bassa del viso, come la gioia, ma in tal caso avremo il labbro superiore e quello inferiore che si sollevano insieme o quello superiore alzato e quello inferiore abbassato e lievemente sporto all’infuori; il naso si arriccia, le guance si sollevano e si gonfiano ed infine le sopracciglia si abbassano, spingendo verso il basso anche le palpebre superiori.

Tutto questo costituisce la base della brillante intuizione dello scrittore e regista Pete Docter, che alla luce di ciò ha analizzato la vita emotiva di una ragazza di 11 anni (Riley) durante i giorni più bui della sua adolescenza, utilizzando dei modelli amorfi per rappresentare le sei emozioni primarie che gestiscono la mente.

Infatti, come affermato dallo psicologo Keltner in un articolo per il New York Times, alcuni studi hanno scoperto che, a quell’età, l’esperienza delle emozioni positive inizia a diminuire di frequenza e d’intensità

Con questo film non solo  si sono ribaltati i canoni tradizionali secondo i quali si pensa che le emozioni siano nemiche della razionalità, ma anche si è iniziata ad affermare l’idea per la quale, in realtà, le emozioni “guidano la nostra percezione del mondo e i nostri ricordi del passato, e perfino il nostro giudizio morale rispetto a ciò che è giusto o sbagliato”.

Questo è il fil rouge che attraversa questo capolavoro di film: Riley, ragazza di 11 anni sta per trasferirsi a San Francisco a causa del lavoro del papà, ed inizialmente accoglie con entusiasmo questa novità ma ben presto piomba in uno stato di profonda nostalgia, che la porterà a fare una scelta troppo avventata che si risolverà nel migliore dei modi.

Inside out rende evidente che le emozioni non sono escludenti o assolute, che non vanno taciute o nascoste, ma bisogna dare ad ognuna di esse il giusto valore, di modo che anche la tanto temuta tristezza si possa trasformare in nostalgia, talvolta necessaria per dare il giusto valore alle cose.

Non dimenticate l’appuntamento di domani sera con un nuovo “episodio” del “Pop Corn Club” di Univercity Viterbo! Tema della serata sarà proprio Inside Out! Volete unirvi a noi? Entrate a far parte del server discord Univercity Viterbo. Il link è sempre disponibile nel linktree in bio del nostro account Instagram (Link).
Vi aspettiamo!

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