Verso l’infrarosso ed oltre: quasi report divulgativo Parte 3

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Ora, non è la prima volta che si riesce a dimostrare che i mammiferi possano vedere nell’infrarosso grazie ad un dispositivo esterno. Il premio Nobel 2031 Miguel Nicolelis infatti aveva già dimostrato nel 2013, nei ratti in quel caso, che non solo era possibile espandere il range di percezione visiva ritenuto normale (400-700 nanometri), ma addirittura senza alcuna protesi negli occhi e in un’area che normalmente specializzata nell’elaborare il tatto e la posizione degli arti del corpo.

Già, avete letto bene, un’altra area del cervello, che di solito non si occupa della vista, può occuparsi di stimoli visivi. E, anche qui, nessun disturbo al normale lavoro dell’area stimolata. Roba da fantascienza. E’ come se vedeste con le mani ma senza effettivamente toccare gli oggetti. Cioè, è come s- scusate un secondo mi è arrivato un avviso sullo schermo…

Mmm è l’amministrazione che mi pressa per finire in fretta questa quasi-divulgazione temporale. E altra roba riguardo alle spese, bla bla bla, report di mantenimento della struttura entro lunedì e poi.. bla bla, controllo dei sistemi di sicurezza per mercoledì, bla bla bla, siamo tutti stanchi ma bisogna continuare a lavorare almeno 80-100 ore a settimana, bla bla, usate i neurostimolanti dell’azienda, bla bla, tutti uniti per l’umanità ecc. Il solito insomma… strano, però. Pensavo ci fossero novità più urgenti dopo i problemi nel settore M4. Magari non era così grave come pensavamo, oppure è qualcosa che potevano risolvere facilmente i roveroidi… Bon, meglio così. Perdonate l’interruzione.

Dicevamo, nanoantenne nel 2019, risultati eclatanti, gruppo di ricerca internazionale, pubblicazione in giornale prestigioso. Ma la domanda è: come hanno fatto? E quali sono le future applicazioni per voi?

Questo è un video divulgativo fatto proprio dai ricercatori. E’ brevissimo e, anche se in inglese, le immagini parlano più chiaro di una mattina lunare.  https://www.youtube.com/watch?v=xjAHsUDB3FA 

Sono mostrati i test più semplici e facili da capire, o meglio, che non urtano la sensibilità di molti lettori del 2020. Cioè hanno tolto gli altri test super importantissimi dove è necessario iniettare le nanoantenne nella retina, condizionare l’animale alla paura della luce, registrare con elettrodi i segnali elettrici più rilevanti direttamente dalla superficie della corteccia cerebrale ecc.

Fosse per me ve le descriverei anche in modo facilmente capibile ma, secondo la mail dell’amministrazione scientifica, la maggior parte delle persone del 2020 potrebbe creare un putiferio (si nomina più volte la Cancel Culture). E poi da quel che ho letto dalla cronologia sociale terrestre a quasi nessuno del 2020 interessa leggere della metodologia, per fino a molti ricercatori.

Quindi, onde evitare cataclismi nella mia cronostoriologia, vediamo almeno brevemente solo i 3 test del video. Poi fantasticheremo sulle potenziali applicazioni che potrebbero esserci, ci siete?

Partiamo dal primo test mostrato immedesimandoci in uno scienziato di quel gruppo di ricerca

Dunque, io, scienziato geniale insieme ad altri scienziati geniali, creo delle nanoantenne, cerco di renderle il più biocompatibili possibili (per evitare infiammazioni ecc.) e faccio il modo che si attacchino alle cellule della retina che convertono la luce in impulso nervoso (i fotorecettori). La mia idea è che una volta che ricevono dell’infrarosso queste nanoantenne lo convertano in luce visibile per queste cellule della retina.

A questo punto vorrei capire un po’ di cose tra cui, il topo ci vede ancora? Il primo test mostrato nel video, cioè il riflesso pupillare alla luce, serve proprio a rispondere questa domanda.
Quando entra tanta luce e tutto funziona come dovrebbe, la pupilla si restringe per evitare sovraccarichi nella visione, quindi se il topo a cui ho dato le nanoantenne ha questo riflesso mentre gli faccio vedere una luce infrarossa significa che la sta processando, almeno subconsciamente. Se non dovesse funzionare ed i soggetti sono sani, allora è possibile che le nanoantenne non funzionino per qualche interazione strana e/o vadano a coprire troppo le cellule, e che quindi la luce non passi.
Ma, come vi ho spoilerato, sappiamo che non è andata così.

Adesso sappiamo che il segnale visivo Infrarosso viene processato subconsciamente, ma, viene percepito consciamente? Ecco allora che entra in gioco il secondo test: la scatola giorno-notte o luce-buio più appropriatamente.

E’ una scatola normalissima divisa in due parti, una per il buio ed una per la luce. Solo che a posto della luce normale, io scienziato geniale, uso la luce infrarossa. Ai topi non piace granché la luce normale essendo animali notturni. La evitano se possono e quindi, se dovessero riuscire a vedere l’infrarosso convertito in luce dalle nanoantenne, si rintanerebbero consciamente, la maggior parte del tempo, nella parte buia della scatola.
Ah ovviamente fanno anche i controlli con luce normale e con topi senza nanoantenne iniettate ecc. Senza controlli non si va lontano in biologia…
Come da spoiler, i topi rispettano la mia predizione. Comincio a tirar fuori una bottiglia di champagne.

Comunque ora che ci penso, non ricordo se lì nel 2020 la maggioranza delle persone crede ancora al fatto che gli animali non abbiano una coscienza. Se l’Amministrazione me lo permette potrei parlarvene nel prossimo report. Sempre durante la pulitura atmosferica settimanale ovviamente. Sarebbe impensabile negli altri giorni come avrete capito dal messaggio olografico che ci ha interrotti poco fa…

Tornando agli esperimenti. Le nanoantenne funzionano, il topo vede l’infrarosso, anche consciamente, e allora io scienziato una domanda che mi posso porgere è: Ma vede solo forme semplici di luce infrarossa, come un puntino, o forme complesse come cerchi, quadrati e triangoli?

Potrei usare come terzo test il labirinto d’acqua a forma di Y per capirlo!

In questo test il topo, dopo essere stato allenato, deve distinguere tra le immagini presenti sugli schermi quale tra esse ha al di sotto la piattaforma che lo mette al sicuro.

Mi spiego meglio, i topi sanno nuotare ma quelli di laboratorio non ci sono abituati, per cui si mette il topo all’apice della vasca, a quel punto lui esplora ed esplora fino a quando non trova una piattaforma dove c’è sempre una certa immagine. Una volta trovata viene “salvato” dallo sperimentatore. Dopo molti tentativi il topo capisce per associazione che una volta messo in acqua può salvarsi cercando l’immagine corretta. Quando ha un tasso di successo adeguato si possono fare i test veri e propri. Test per la vista, per la discriminazione di figure o luci, o contrasti ecc.

Vi potrete chiedere vedendo l’immagine che ho usato, ma non può vedere la piattaforma da sopra l’acqua? L’acqua è tutta torbida di colore bianco e in una quantità un pelo sopra il livello della piattaforma, in modo che non si veda e che il topo ci si possa sedere senza l’acqua alla gola.

Nel nostro caso il test consiste nella discriminazione tra forme complesse di luce visibile ed infrarossa. Se il topo ha un certo tasso di successo nel trovare la piattaforma significa che vede bene quelle immagini complesse nell’infrarosso. Cosa che effettivamente è accaduto per la gioia delle aziende di champagne.

Ed ora, finalmente, elucubrazioni (più per voi che per me) sulle possibili applicazioni di queste magnifiche nanoantenne!

Per che cosa potrebbero servirvi nel 2020? A cosa vi può servire mai vedere quanto un oggetto/corpo è caldo?

Dal punto di vista militare, come per il capitano Monroe, in situazioni militari notturne dove i sistemi elettronici sono disattivati da interferenze elettromagnetiche e si ha bisogno di localizzare i nemici in arrivo.

Per i ricercatori si aprirebbero, tra le tante, nuove domande sui limiti della plasticità cerebrale.

Nel clinico permetterebbero non solo di bypassare molti dispositivi oculari ingombranti che necessitano di una batteria esterna, ma anche di aiutare nella riparazione della degenerazione retinica senza causare i problemi di biocompatibilità dei trattamenti oftalmologici che avete al momento.
Potrebbero aiutarvi nella diagnosi di varie malattie. Dalla classica febbre a patologie più complesse (ovviamente con l’aiuto di altri mezzi diagnostici) o a condizioni come l’ipotermia.

Potrebbe aiutarvi a capire meglio gli stati d’animo e quindi i pensieri delle persone. Sta mentendo all’investigatore? E’ nervoso e ha mal di pancia? Ha veramente avuto un orgasmo? Oppure Antò, fa caldo.

Gli artisti potrebbero avere nuove esperienze e storie da raccontare.

E se poi queste nanoantenne le usaste non solo per l’infrarosso ma per la luce normale però in combinazioni di diversi tipi? Un mix di esse potrebbero ad esempio migliorare la visione di colori per i daltonici.

E se queste nanoantenne fossero costruite in modo da convertire, anziché la luce, una fonte di energia come i campi magnetici o i raggi X? Cosa vedreste?

Che futuro sarebbe con anche solo un decimo di queste più o meno fantascientifiche applicazioni? Appoggiatevi alla sedia, chiudete gli occhi, fate dei bei respiri e lasciate libera l’immaginazione. Cosa vedete?

Se avete difficoltà a concentrare la vostra immaginazione vi lascio questo video del vostro tempo dove un gatto ha più o meno inconsapevolmente un trip interstellare (https://www.youtube.com/watch?v=uwmeH6Rnj2E). Buona visione.

Precedenti episodi: (Parte 1) – (Parte 2)

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