
Damon Albarn e Jamie Hewlett. E chi sono?
Eh, non è facile rispondere a questa domanda. Diciamo che sono un cantante di una band ed un fumettista. O anche un batterista ed un fumettista. O ancora, un cantante solista ed un fumettista. Vabbè, mettiamola così: parliamo di un fumettista e di un altro essere umano. Oddio, in verità… potremmo dire anche ‘’ un fumettista ed un fumetto, o un cartone, o una marionetta! ‘’
Ok scusate, la smetto e vi spiego.

Questo capoccione qua sopra è il leader poli-strumentista dei Blur, il gruppo simbolo del britpop. È anche un cantante solista e fa inoltre parte del gruppo ‘The good, the Bad & The Queen’, nel quale prende le sembianze di una marionetta. È considerato uno dei musicisti più eclettici in circolazione. Ma non finisce qui.
Pochi sanno che il caro Albarn, nel ‘98, non essendo soddisfatto della programmazione di MTV, decise di volerla ravvivare un po’: così, insieme al suo coinquilino Jamie, dal loro appartamento a Notting Hill, fondò, o meglio creò, i Gorillaz. Ignaro di come un semplice progetto come quello avrebbe portato alla nascita di una delle band alternative più famose al mondo.
Così, Damon è anche il cantante inesistente di una band illusoria, che ad oggi domina l’hip pop britannico e l’alternative mondiale.
I Gorillaz

Già di loro non propriamente contenuti nei confini della normalità, i Gorillaz hanno sempre intrapreso percorsi musicali particolari, con ogni loro album. Ognuno dei quali, peraltro, è caratterizzato da una ricca backstory, come anche la band stessa.
Albarn è la voce di 2D, il cantante, non propriamente leader della band, costantemente bullizzato dal bassista Murdoc, il fondatore del gruppo.
Come? Sì, certo, sono Damon e Jamie i fondatori, ma nel nostro mondo. In quello dei Gorillaz, è Murdoc ad averla fondata.
Sempre lui ha anche trovato un batterista per la band: Russel, salvandolo dalle strade malfamate londinesi. Per quanto riguarda la chitarrista, però, non è stato Murdoc a portarla nella band; il merito va invece alla ditta di consegne FedEx. La band, ancora incompleta, aveva messo un annuncio su NME, una rivista musicale britannica, in cerca di una chitarrista.
Poco dopo, ricevettero un pacco FedEx, dal quale uscì una ragazzina giapponese con una chitarra. Ancora prima di parlare, fece un assolo che 2D descrisse come ‘200 demoni che strillavano in arabo’.
L’unica parola che seppe pronunciare fu ‘Noodle’. Da qui il nome della chitarrista dei Gorillaz.
Ci sarebbe ancora tanto da dire sulla band più folle di tutta Inghilterra, ma mi ci concentrerò più in là. Ora voglio parlarvi del loro ultimo progetto: Song Machine.
Song Machine – backstory

Prima, però, devo spiegarvi una cosa al volo: come avrete già capito, i Gorillaz esistono, vivono le loro vite, interagiscono con noi. Tutti quanti, infatti, hanno profili Twitter, Instagram, TikTok e sono attivissimi.
Anzi, il loro profilo Twitter giocherà un ruolo essenziale nella storia che vi sto per raccontare.
La band, dopo aver finito il loro tour nel 2018 (sì, sono andati in live. Scoprite voi come o ve lo spiegherò io nei prossimi articoli), sparì per un po’ di tempo.
Solo un anno dopo, il 3 settembre, Noodle posta sul suo profilo Twitter. Ma non è un semplice post: sembra proprio che stia per nascere qualcosa. Le immagini pubblicate sono quelle di una cartolina che Noodle ha inviato allo studio 13, dove ora registrano i Gorillaz.
Nella cartolina, la piccola chitarrista spiega agli altri membri del gruppo che il cambiamento climatico sta facendo danni grossi all’ambiente. Vuole quindi costruire una macchina con la quale viaggiare il mondo, prima che sia troppo tardi.
Il 7 settembre 2D risponde, con un’altra cartolina: il cantante si trova a Beirut (c’è andato anche Luis. Non sai chi è Luis? Ma dove vivi, sotto un sasso in Etiopia?) ed informa Noodle di aver trovato i pezzi da lei richiesti. Dice anche di voler andare a trovare il luogo di nascita di Keanu Reeves.
Come biasimarlo.
La copertina è terrificante. 2D, ma che cazzo di problemi hai?
Il 14 settembre si fa vivo Murdoc: si trova alla ‘Illa Blanca’ e si sta sbronzando di brutto. Spiega come ha sempre voluto andare ad Ibiza e di essere rimato di stucco quando gli è stato detto, da gente del luogo, di esserci andato in vacanza ogni anno dal ’93.
Pensava stessero mentendo, fino a quando non ha scoperto l’esistenza di nove bar a nome suo, più un orfanotrofio.
Bene così, Murdoc. Non cambiare mai. Oppure si, cambia. Ed in fretta, per favore.
(Piccola chicca, se non l’avete già notata: guardate in basso a sinistra sulla cartolina.)
Mentre Murdoc si uccide il fegato ad Ibiza, il 21 settembre Russel scrive dal Messico: sta lavorando alla sua catena di salse piccanti ‘Hobbs Hot Sauce’. Ed è qui il pezzo forte, perché Russel conclude la cartolina dicendo: ‘Ci vedremo MOLTO presto. ’
Caos.
Stava ufficialmente uscendo qualcosa di nuovo da parte dei Gorillaz.
Rega’, Caos.
Si, ma che è ‘sta Song Machine?
Il 28 gennaio la macchina è finalmente pronta ed attiva. E ora vi spiego che cos’è ‘sta benedetta ”Macchina delle Canzoni.” (Mamma mia, quanto è brutto tradurre le cose in italiano)
Song Machine rappresenta una serie di singoli e video musicali, che saranno pubblicati durante tutto il 2020, senza una cadenza precisa ed ogni volta accompagnati da un artista esterno.
Ce lo spiega ancora meglio Russel: ‘Song Machine is a whole new way of doing what we do […] We don’t even know who’s stepping through the studio next. Song Machine feeds the unknown, runs on pure chaos.’
I Gorillaz vogliono sfidare l’ignoto. Si sono buttati in un progetto tutto nuovo, senza neanche sapere con chi fare il prossimo pezzo.
Sono già usciti due singoli: ‘Momentary Bliss‘ con Slowthai e Slaves, rilasciato il 30 gennaio. E ‘Désolé‘ con Fatoumata Diwara, rilasciato il 27 febbraio.
Lo ammetto: con i Gorillaz, ho sempre avuto uno strano rapporto d’amore ed odio. Una canzone la adoro, un’altra vorrei non fosse mai stata pubblicata. Gli ultimi due singoli fungono da esempio perfetto: Momentary Bliss la sto sentendo in loop da gennaio; Désolé non so nemmeno come finisce.
Eppure, il mio sembra essere un amore inesauribile per quei quattro pazzi criminali e le loro avventure. Vi sconsiglio di andarvi a spulciare la storia dei Gorillaz senza un supervisore, potrebbe finire male: o diventa una droga e non ne uscite più; o vi becca Murdoc e comincia a bullizzarvi fino a ridurvi come 2D.
Aspettate me: insieme ci addentreremo pienamente nel mondo della band più folle d’Inghilterra.
Ma vi avverto: it’ll be pretty fucking crazy.