
Erasmus, USAC, progetti di scambio. L’Università della Tuscia e Viterbo sono un punto di ritrovo per diverse culture, e non parlo solo dei fuori sede che si ritrovano a vivere in questo piccolo angolo di mondo dall’aspetto medievaleggiante.
Quante volte vi sarà capitato di incontrare dei ragazzi americani al 77, attenti ad ammirare e riprendere le abili mosse del barista Manfredi? Quante volte avete invece partecipato alle intercultural nights organizzate all’EAT dall’associazione ASES? E vi è mai giunta all’orecchio la voce di qualcuno che non parlava la vostra lingua, in giro per la città?
Non vi siete mai chiesti cosa pensino del nostro – spesso, ai loro occhi, minuscolo – mondo? Io sì, e ho deciso di iniziare una serie di interviste proprio per capirlo. (Per capire invece come i nostri studenti vedono le loro esperienze all’estero, leggi l’articolo di Arianna su Valencia)
Le prime due povere malcapitate sono state Samantha “Sammy” Brown e Kendyll “Kenny” Hoffman. Davanti a un piatto di cacio e pepe ci hanno raccontato loro esperienza a Viterbo, durata quattro mesi. Hanno entrambe vent’anni e vengono dagli Stati Uniti, più precisamente dalla California.

Da dove venite e cosa studiate?
Sammy: Berkeley, studio Pubbliche Relazioni e Marketing.
Kenny: San Diego, Design & pubblicità e Psicologia.
Cosa vi ha portate a scegliere Viterbo?
Sammy: Mi hanno offerto lezioni sulla mia Major (la sua laurea principale, Pubbliche Relazioni, ndr.). Inoltre non ero obbligata a sapere l’italiano, avrei potuto impararlo qui.
Kenny: Mi piace viaggiare e mi piace l’italiano. Volevo conoscere una nuova cultura e accettare questa sfida.
Prima memoria della città?
Sammy: Quando appena arrivata ero affamatissima ma non sapevo dove fossero i ristoranti. Molti erano chiusi, perciò ho dovuto mangiare frutta a cena in un bar.
Kenny: Il 77 e pizze giganti.
E invece cosa avete preferito?
Sammy: Mi piace poter uscire e mangiare in diversi ristoranti con i miei amici; ristorante cinese, pasta, pizza. In America siamo sempre di fretta, qui invece prendi il primo, il secondo, da bere, il dolce. Puoi fare amicizia e legare durante la cena. Qui in Italia avete una maniera più calma di vivere la vita. È un sollievo.
Kenny: Fare shopping a Roma. È più economico degli Stati Uniti, ma solo nella tua testa. Sai, per il tasso di cambio. [ride] Poi il 77 e il Fly Club.

Ve la butto lì: il vostro piatto italiano preferito?
Sammy: I ravioli con la salsa di tartufo del ristorante Tre Re.
Kenny: Sono indecisa fra la caprese e la carbonara, o forse la pasta con la crema di limone della Taverna Etrusca.
Cosa pensate dell’UNITUS?
Sammy: È meravigliosa. Mi piace passeggiarci [a Santa Maria in Gradi, ndr.] e mi sento costantemente incantata dall’architettura. In più i vari servizi sono sempre accessibili.
Kenny: Sono d’accordo. E poi mi piace la biblioteca di Santa Maria in Gradi. È silenziosa ed è ottima per studiare.
Sammy: Però devo dire che sono sorpresa che così pochi studenti girino per il campus. Soprattutto rispetto agli States.
Ecco, degli studenti cosa pensate?
Sammy: Voi siete super ospitali, ma molte ragazze italiane sono un po’ ostili, soprattutto se hanno un fidanzato. Se sto camminando per la strada per fatti miei, non è che voglio rubare il tuo ragazzo. Ho un amico italiano e mi chiama ‘la sua migliore amica’, è simpatico; l’ho incontrato in un bar mentre giocavo a ping-pong.
Kenny: Non ho avuto brutte esperienze con loro, ma ne ho conosciuti solo alcuni. Quelli che ho conosciuto sono stati molto gentili con me e sono stati felici di farmi da guida e conoscermi. Poi ovviamente volevano imparare a parlare meglio l’inglese, perciò io e i miei amici ceravamo di insegnare loro la lingua e raccontavamo degli States.
Facciamo un gioco: quali sono le differenze che avete notato tra Viterbo e gli States? Cosa vi manca di più?
Sammy: In Italia non ci sono le asciugatrici. Qui tutti usano gli stendini!
Kenny: Niente Starbucks.
Sammy: L’acqua. Infatti ci hanno detto che qui a Viterbo non è potabile.
Kenny: Sono abituata a guidare ovunque o a prendere un Uber. Qui invece si va sempre a piedi, e i pedoni sono spesso temerari.
Sammy: Qui i negozi aprono sempre con molta calma!

Avete degli hobby e riuscite a portarli avanti anche qui in Italia?
Sammy: Amo fare attività fisica. In America mi alleno tutti i giorni, qui è piuttosto difficile. Lì vado sempre a correre ma qui non vedo gente che lo fa, quindi mi sono appena iscritta in palestra. In più amo ballare! Parlando di passatempi meno fisici, mi piace leggere e sono riuscita a trovare tantissimi posti perfetti per finire un buon libro qui a Viterbo!
Kenny: La fotografia! Devo dire che sono una fotografa un po’ pigra perché mi piace uscire a fare foto ma non mi piace farlo per compito a casa, perché penso limiti la mia creatività; mi sento forzata. Sono una ballerina di hip hop ma non posso praticarlo qui, purtroppo. Inoltre mi piace cucire ma non ho qui la mia macchina per cucire, e in più la stoffa è molto costosa qui in Italia.
Avete qualcosa da dire agli studenti italiani?
Sammy: Se ci vedi in giro, salutaci! Non siamo cattive, ci piacerebbe essere vostri amici e divertirci!
Kenny: Non siate timidi!
Sammy: E per favore non venite a parlare con noi solo per provarci!
P.S.
Kenny e Sammy sono partite a gennaio, e sono rispettivamente a San Diego e Verona. Kenny ha un ultimo messaggio per noi:
“Personalmente mi sono divertita tantissimo! Sono arrivata a Viterbo senza conoscere nessuno e me ne sono andata piena di amici per la vita, sia del programma USAC, sia esterni. Durante la mia permanenza, sono riuscita a migliorare le mie conoscenze di storia e arte. Se avessi l’opportunità di tornare, lo farei immediatamente! Viterbo è una città meravigliosa ed è piena di vita.”