
I sei mesi più importanti del mio percorso universitario: tra tapas e studio
Sono trascorsi già 4 mesi dall’ultimo volo Ryanair che mi avrebbe portato in Erasmus da Valencia a Roma.
La fine di un’avventura che ricorderò finché avrò memoria.
Memorie di una città che ho potuto chiamare casa e di amici e coinquilini dai volti e dagli accenti più’ disparati che sono stati la mia “famiglia”.
L’odore acre della polvere da sparo degli incessanti fuochi d’artificio durante le Fallas, le abbuffate di paella con frutti di mare lungo la spiaggia della Malvarrosa, los botellones prima di entrare nei locali per non spendere troppo (perchè TUTTI gli studenti erasmus sono al verde!).
Correre con il valenbisi e puntualmente fare ritardo a lezione e andare
fuori di testa per trovare una stazione libera all’interno del campus. Quel concerto di Bob Dylan deciso pochi minuti prima dell’apertura delle porte di Plaza de Toros o l’acquazzone preso la notte della Cremà de Fallas, dove i nostri vestiti fradici venivano riscaldati dalle fiamme dei fantocci appiccati durante la festa più’ attesa dell’anno.

L’Erasmus è uscire fuori dagli schemi e dalla nostra “comfort zone”.
Porterò nel mio cuore Plaça Fra Lluis Colomer, l’indirizzo presso il quale ho
ricevuto per mesi amici, parenti, pacchi Amazon e cibo nelle ore più’ improbabili della notte.
L’iter burocratico e la preparazione al viaggio
La mia esperienza come studentessa abroad ha inizio circa 8 mesi prima del volo verso la Spagna. L’Università degli studi della Tuscia pubblica il bando ogni anno, e così ho fatto richiesta per la borsa di studio. L’iter è stato piuttosto veloce e snello e la burocrazia non ha rallentato il processo.
Un corso presso il DISTU ci ha fornito una conoscenza della lingua base per poter affrontare l’esperienza senza problemi. Pubblicate le graduatorie, ho appreso di aver vinto la borsa per l’Università Politecnica di Valencia. Con l’assistenza della segreteria ho potuto trovare una sistemazione molto comoda nei pressi del Politecnico.
Sono volata in Spagna con i miei genitori, che mi hanno accompagnata nella prima fase di questo “viaggio”. Una volta arrivata mi sono recata presso l’ufficio erasmus della UPV; i giovanissimi tutor sono stati molto disponibili, accogliendo studenti e studentesse in-coming provenienti da tutta europa con tandem di lingua e feste pomeridiane. Giorno dopo giorno ho iniziato a vivere a 360° gradi la vita da campus universitario.

Mi sono iscritta alle associazioni che si occupano di offrire viaggi e sconti alla comunità Erasmus e con loro ho potuto visitare le cascate di Montanejos, la festa medievale di Teruel, le città di Murcia, Cartagena, Alicante, Bilbao.
“Tu che stai leggendo impaurito, magari in procinto di partire o indeciso se fare richiesta o meno per la borsa: ti capisco, io ho provato il timore e l’indecisione che ora ti frena. Parti. Quando tornerai a casa, troverai tutto come lo hai lasciato, la tua famiglia, la “tua” città e le tue amicizie più’ vere. Sarai tu a tornare differente, dentro di te conserverai questa magica esperienza che l’Unione Europea permette da circa 32 anni a noi giovani europei ed europee.”
Grazie Erasmus,
Arianna